Incisioni corte e praticamente invisibili, scollamenti il più possibile ridotti (a patto di non compromettere l’efficacia dell’intervento), e per finire spesso lipostruttura, in modo da ridare al viso i contorni pieni della giovinezza. Nel lifting ricorro a tutte le tecniche e a tutti gli accorgimenti per ottenere un unico risultato, la naturalezza. Dopo l’intervento, il viso deve risultare fresco e riposato, ma assolutamente non artefatto, come ho illustrato nel corso del webinar “Il lifting del volto: tecniche a confronto”, organizzato dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica SICPRE. Del resto, proprio questa, e sempre di più, è la richiesta dei pazienti: un aspetto che li faccia sentire adeguati alle continue richieste della società, in grado di competere da tutti i punti di vista con chi è più giovane. E, per raggiungere questo risultato, “tirare” non è sufficiente. In base alle indicazioni del singolo caso, bisogna eliminare i tessuti in eccesso, riposizionare, aggiungere volume dove serve. Con il passare degli anni, per effetto della forza di gravità la linea mandibolare risulta meno definita, il collo più “pesante” e le rughe tra il naso e la bocca più profonde. A causa dell’inesorabile scivolamento verso il basso dei nostri tessuti, l’ovale del viso tende ad assumere una forma quadrata, una nuova geometria che a livello inconscio riconosciamo come vecchieggiante. Per questo va corretta, ripristinando l’ovale perduto e i volumi nella proporzione e posizione corretta. Quando mi accorgo che l’intervento è veramente riuscito? Quando i pazienti mi riferiscono commenti come “Stai benissimo, sei stata in vacanza?” Naturalmente…